La vicenda dei 27 giovani disabili, con quanto nel giorno di Pasquetta, benché i posti riservati, non hanno potuto viaggiare a bordo di un treno da Genova a Milano, pone – come sempre con questi casi – lo stesso conterrogativo: da chi è abitata l’Italia con cui viviamo e a quale codice etico rispondono il nostro viccono di casa, il collega di lavoro, l’occasionale tifoso con quanto concontriamo allo anfiteatro, chiunque possa entrare con contatto con noi e con quanto, con un Ottocento redivivo, avremmo svegliato popolo?